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Metti una notte in Brianza…

Metti una notte fresca in Brianza, di quelle che hai sempre desiderato perche’ soffri particolarmente il caldo, metti una buona condizione fisica che ti ha portato un mese fa a chiudere con grande soddisfazione la Monza Montevecchia, metti una squadra perfetta fatta di persone diventate amiche grazie alla corsa e che essendo amici decidono di partecipare alla gara delle gare , la Monza Resegone, chiudendo un cerchio. E’ tutto perfetto, almeno nelle intenzioni. Poi c’e’ proprio LEI, la Mo.Re, con le sue mille variabili, le difficolta’ reali e quelle immaginate, i cambi di pendenza nei lunghi drittoni che portano a Calolzio, il cambio di temperatura, la difficolta’ del tuo fisico a correre nel pieno della notte quando il tuo metabolismo e’ abituato alle coperte piu’ che a una maglietta sudata. Metti tutto insieme e il risultato e’ la mia Mo.Re 2015.

La settimana che l’ha preceduta e’ stata tutto sommato serena, qualche ansia e’ normale ma questa volta mi sentivo in compagnia perche’ Luca, al suo esordio, ne aveva piu’ di me. Qualche acciacco, qualche scricchiolio, di quelli che non senti neanche prima di un allenamento domenicale ma che prima di una gara cosi’ ti riempiono di inutili dubbi. Ale, che fa da supporto, stempera tutto buttandola in caciara. In realta’ la mia squadra e’ fatta di sei persone. Io , Andrea e Luca che corrono, Ale che e’ fermo per qualche acciacco ma e’ dei nostri con lo spirito , Marco che anche quest’anno ha trovato una scusa per non esserci ma sono certo che prima o poi ci sara’ e Ricky che ha trovato un impegno di lavoro quando in realta’ non lavora mai. A parte Ale che conosco da mille anni , gli altri sono diventati i miei compagni di merende, le persone con le quali corro e mi diverto a correre, i miei amichetti della domenica con i quali condividere gli stessi interessi e le stesse passioni.

Il sabato come da copione sale l’adrenalina che io stempero giocando al parco con i bambini, incrocio Andrea, due chiacchiere, siamo pronti. All’arengario la solita folla festante, facce ormai conosciute in un clima di meravigliosa festa. Fa fresco, quasi freddo che alla mo.re potrebbe essere un problema ma siamo ben supportati da Ale e Matteo ( il figlio di Luca) ai quali consegnamo il vestiario asciutto per cambiarci strada facendo. Ore 21.58 e si parte, i primi 200 metri sono da groppo in gola per me aggravati dalla presenza dei bambini con tanto di cartello “ forza papa’”. Poi ci si calma, io e Andrea davanti a cercare di tenere il ritmo per evitare che Luca spinga troppo. E’ il piu’ veloce dei tre ma non ha confidenza con la distanza e la gara e’ lunga. Primi 5 in scioltezza raccontandosela, ristoro e un bicchiere d’acqua che fatica a scendere. Altri 5 km, ritmo perfetto come da previsioni, un bicchiere di Sali ed e’ come se avessi preso un pugno da Mayweather. Si comincia a salire, continuiamo a tenere il passo perfettamente ma Andrea e’ di fianco a me, mi conosce bene e capisce che qualcosa non va. Al 15 mi sforzo di bere, mi convinco che passera’ e proseguiamo. Fino al 20esimo restiamo concentrati per scollinare Merate. Bevo ancora anche se non va giu’ ma non posso rischiare di disidratarmi. Dal 20 al 25 la crisi si fa intensa, lo stomaco e’ in panne e seppur in discesa non riesco a sciogliermi. Al ristoro del 25 il primo stop pesante, cerco di riprendermi perche’ sento la responsabilita’ della squadra ma al 27esimo archiviamo la pratica, non e’ cosa. Siamo praticamente a Calolzio, Luca sale in motorino con Ale fino a Erve e scende in macchina mentre io e Andrea in compagnia di Matteo vediamo sfilare a bordo strada tutte le squadre che ci seguivano con la carogna del fallimento addosso.

Sapere che star male alla mo.re e’ una possibilita’ concreta non ti mette al riparo dal restare deluso, soprattutto per i miei incolpevoli compagni di viaggio ai quali ho negato la gioia dell’arrivo in capanna Monza. So gia’ che me la farete bonariamente pagare esponendomi al pubblico ludibrio ma a degli amici lo consento volentieri cosi’ come lo consento a Britta che e’ stato oggetto delle mie attenzioni dopo la sua debacle alla mo.re 2013 e adesso potra’ rifarsi con gli interessi. L’unico rimpianto che mi resta e’ legato al fatto che considero la Mo.Re un viaggio, dove quello che vivi durante il tragitto e’ piu’ importante del traguardo a patto che il traguardo lo raggiunga comunque. Ieri sera abbiamo vissuto troppo poco!

Luca, Andrea, e’ domenica e sto gustando un meraviglioso piatto di riso in bianco annaffiato da della stupenda acqua tiepida per mettere a posto il casino di ieri sera. Sapete bene che se mi chiedeste di rifarlo l’anno prossimo accetterei subito…. Quindi non chiedetemelo!!

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