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10 luglio 2016

Ecomaratona del Ventasso

Alla conquista del Ventasso! Domenica 10 luglio, per la 2° volta consecutiva, ho calcato i sentieri dell’Ecomaratona del Ventasso. Le gare in programma in questa manifestazione sono diverse e adatte ai tanti atleti presenti: dai 12km ,per camminatori, 18 km, 30km e infine la preferita i 42 km con un dislivello positivo di 2300m. Partenza e arrivo di ogni tracciato è a Busana, q.800m, un comune che, come tanti altri della zona, appartengono al super comune del Ventasso. Il tracciato in cui si snoda la gara è tosto e i 2300m di dislivello  si fanno sentire, alla lunga mettono a dura prova il fisico. Per dare un’idea a chi frequenta, ormai in tanti, la Monza-Resegone, tradizione della Brianza, è come correre il doppio del dislivello positivo e invece dei 36 km tra Monza-Erve se ne calcano solo 5km di catrame, non consecutivi. Poi bisogna tener conto, e non è poco, che alla Monza-Resegone il dislivello è solo positivo mentre in questa gara il negativo è di 2300m. Correre in discesa non è detto che si recuperi molto, il dispendio di energia e di fatica muscolare è sempre alto, non bisogna mai abbassare, neanche per un attimo, il livello di concentrazione: rischio infortuni, o peggio, cadute.

Le previsioni meteo danno temperature bollenti per quasi tutto il giorno quindi tutti siamo invitati a seguire i consigli suggeriti al briefing: idratarsi, idratarsi il più possibile. Nella zona partenza siamo pronti al via della “lunga” in 307 atleti, alle ore 8:30 viene sparato il colpo di pistola dando inizio alla galoppata sui sentieri. Nei primi 14km è un saliscendi continuo, si scende a valle a 700m, si risale ai 1100m ,zona camping Le Fonti, attraversando poco prima il paese di Cerverezza, incantevole luogo di villeggiatura, si ridiscende ai 700m ai piedi del “tirone” che porta in 6km ai 1520m del rifugio S. Maria. In questo tratto, fino a raggiungere il rifugio, salendo su per una mulattiera siamo protetti da una folta vegetazione che ripara dai raggi solari ma non ci risparmia le fastidiose punture, a ripetizione, di diversi tafani che ci stanno assediando: probabilmente ci hanno scambiato per bovini in salita verso gli alpeggi. Raggiunto il rifugio mi ricarico di liquidi e senza por tempo di mezzo scendo verso il lago Calamone, q.1400m. Questo lago, non so come sia in altre stagioni, sembra una grande pozzanghera piena di alghe, attorniato da un carnaio di persone che si rosolano come spiedi al sole e altri intenti a far fumo per preparare il cibo del mezzogiorno. Diventa pure difficoltoso correre attorno al lago per il continuo scansare di questi zombie, cotti al sole, che vagano senza una meta precisa. Finalmente sono fuori dalla circonferenza del lago, mi accingo a salire in vetta al Ventasso a q.1730m. La vicenda luttuosa che mi ha colpito recentemente, complice, forse, la fatica, il gran caldo mi perdo nei pensieri e nei ricordi, sono in un’altra dimensione, tutto diventa più lieve. Arrivato in cima mi scuoto , ritorno alla realtà, anche con l’aiuto dei tafani che non perdono occasione dal pungere, concentrazione massima e giù verso Busana. Gli ultimi km non sono solo discesa ma il più è fatto. Sono all’arrivo in 5h e 56min. – 100° assoluto e 1° di categoria.

Gara scorrevole con alcuni tratti impegnativi, corsa tra sensazioni reali e irreali, punture fastidiose dei tafani, pensieri e stati d’animo non razionali.

Luciano Bottarelli

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