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Lungo la Valle del Pegorino

Poco tempo a disposizione negli ultimi tempi, gli allenamenti non ne hanno ricevuto particolari restrizioni, ma più incostanti sono divenuti i promessi resoconti.

Ho già descritto negli scorsi interventi gli allenamenti di corsa lunga in salita, delle salite brevi e delle gare di corsa in montagna, ora invece vi do resoconto della corsa nel bosco!

La prima uscita risale ormai allo scorso 7 maggio, una secessiva, con percorso simile, lunedì 11 di circa 11,5 chilometri ed un’ultima il successivo giovedì 14 su percorso invece diverso di circa 12,5 chilometri.

Certo un è un bel lusso riuscire ad inventare corse a larghi tratti in natura durante la pausa pranzo e pensare che fino a questa avventura mi ero limitato alla ciclabile sul Lambro e sterrati abbastanza battuti.

Effettuato il consueto riscaldamento fino alla ciclabile sul Lambro in via Molino Bassi, faccio partire il Garmin e via per i primi 2 chilometri verso Canonica Lambro (tratto già descritto) anche se il tappeto di fiori delle settimane precedenti è ormai sostituito da un fitto e verde sottobosco. Superato il Ponte di Macherio proseguo lungo la provinciale verso Gerno a quota 202m, dopo poche centinaia di metri una sbarra metallica blocca l’accesso ai veicoli lungo uno sterrato che inizia sulla sinistra, ecco l’accesso alla Valle del Pegorino, che risale il corso del torrente omonimo tra i comuni di Triuggio e Correzzana per giungere fino alla frazione di Brugora.

Dopo pochi metri il sentiero si fa subito tortuoso, ad alberi ad alto fusto si alternano arbusti di ogni tipo che invadono parzialmente il sentiero che si fa stretto. Le piogge ed il vento dei giorni precedenti hanno abbattuto parecchie piante e il passo è quindi spesso rallentato dalla necessità di scavalcarle, passare in mezzo, aggirarle, attività che cerco di svolgere in agilità, con passi e movimenti precisi senza rimanere impigliato nelle fronde. Sto ormai percorrendo il 3°chilometro e sono sul lato sinistro del torrente (che poi sarebbe più correttamente il destro spalle alla sorgente), la valle è profonda e decido ad un bivio di prendere la via più ripida che riporta molto rapidamente più in alto a quota 240m.

Corro ora sul ciglio della valle in uno splendido bosco di querce che mi porta poi al limitare di un campo proseguendo lungo il perimetro vedo alla mia destra le case che da Canonica salgono verso Tregasio, a campi arati di fresco si alternano campi coltivati a frumento o formaggio, raggiungo un piccolo casotto di campagna dove passeggia un signore con un piccolo cane all’ombra tra un fico ed un ciliegio.

I tratti aperti risalendo la collina sono sotto ad un sole caldo, ma rientro nel limitare del bosco lungo un nuovo sentiero più largo che porta anche a diverse cataste di legna e, con una ripida discesa, ritorno del torrente.

A tratti la valletta si allarga, passo sull’altro lato e proseguo lungo un tratto quasi pianeggiante, sono costretto poi a guadare un paio di volte, sono ormai 5 chilometri. Al mio passaggio qualche scoiattolo grigio si affretta a riprendere la via dei rami, in quest’area le querce si fanno veramente imponenti, ho già percorso un buon tratto e decido nuovamente di risalire: nel giro di poche decine di metri raggiungo quota 275m.

Il bosco ora è più ordinato, le piante, tutte ad alto fusto sono disposte in filari e suddivise per tipologia fino ad un vero e proprio trionfo di ciliegi. Sbuco infine lungo uno sterrato che conduce verso la strada ed incontro un signore anziano che cura un orto. Mi fermo quindi a chiedere informazioni su come tornare verso Triuggio cercando di evitare la strada.

Vengo allora a sapere che quella località, nella quale si erge una costruzione piuttosto antica, si chiama “Zuccone Robasacco”. Il nome insolito è di dubbia origine ed il signore mi dice di averlo chiesto anche al conte senza riuscirne a trovare una risposta chiara. Mi da le indicazioni richieste e mi dice che un tempo tutto i sentieri erano ben tenuti e battuti mentre ora sono attraversati quasi esclusivamente dalle biciclette. Mi commiato dall’insolito interlocutore e, seguendone le indicazioni, raggiungo la strada, proseguo verso Canonica ad imbocco dopo poco la strada che conduce alla Villa Sacro Cuore, costeggiandone il perimetro fino a raggiungere un cascinale prima del quale, attraverso il ripido sentiero “Solaris” che mi riporta a quota 250m. dopo circa 7,5km. Raggiunto il punto più basso riconosco l’area terminale sud del “Bosco del Chignolo”, ma ormai è tardi per addentramici e attraverso veloce risalendo la valletta sull’altro lato per uscire in Triuggio nella zona di via S.Giovanni Bosco. Mi rimane ora da affrontare la lunga discesa attraversando il paese fino a tornare al Lambro in località Ponte.

E’ ormai il 10° chilometro, decido allora di proseguire lungo la ciclabile sterrata del Lambro che proprio in quel punto riprende in direzione Monza, raggiungendo dopo circa un chilometro via Molino Bassi che era stato il punto di partenza. Proseguo quindi in salita lungo la via fino a raggiungere nuovamente l’azienda dopo 11,46 chilometri e 1 04’34” di avventura.

Ciao

Marco Mariani

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