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Miglior giornata non si poteva sperare: vento leggero, non umido, temperatura a Monza intorno ai 20°C, limitata escursione termica lungo il percorso, asciutto. Una bella festa anche l’attesa, tanti amici da salutare ed incoraggiare e al posto 222 tocca alla squadra D Euroatletica, al secolo Raffaele Novellino, Marco Mariani e Marcello Arienti in ordine di numero di gara.

Ecco allora la tattica concordata: partenza prudente a 5:30/km per tutto il tratto iniziale in salita sino a dopo Merate nell’intorno del 20° chilometro, corsa facile 5:20-5:30/km senza forzare lungo la successiva discesa ed il saliscendi per raggiungere Calolzio e l’Adda al 30°, poi fare la nostra gara sulla salita, camminando lungo le scale, e giungere al cancello di Erve ed infine affrontare il sentiero come viene.

Ecco gli obiettivi a scalare: numero 1 godersi tutta la corsa come una festa e puntare ad arrivare, numero 2 cercare di stare sotto le 5 ore, numero 3 provare a chiudere in 4:45 come da dichiarazione iniziale.

Grazie poi all’aiuto del 4° uomo, il fantastico e paziente Loris con la moto in appoggio, pianificato cambio maglia prima dell’Adda e ad Erve prima dell’ultima salita.

La squadra si dimostra compatta fin dal via, malgrado le ali di folla dei primi chilometri a Monza e Villasanta, il metronomo Raffaele tiene il ritmo concordato, io lo seguo leggermente sulla destra e Marcello dietro. Nei primi chilometri le squadre da dietro si fanno subito sotto e ci superano, ma non ci lasciamo trascinare proseguendo costanti. Con lo scorrere dei chilometri cominciamo anche noi a raggiungere qualche squadra più lenta che salutiamo ogni volta.

Il ritmo prosegue sempre come previsto, la frequenza cardiaca è stabile attorno ai 132-133 b.p.m., dopo i primissimi chilometri anche sotto i 130, riconosciamo ad un certo punto il percorso della Mezza di Cernusco ed infatti attraversiamo di lì a poco il centro da due ali di fila che ci incita. Sulla salita che segue verso Merate continuiamo a raggiungere altre squadre e dopo poco comincia la discesa. Siamo sempre nella solita formazione con Raffaele a tenere il ritmo a cui chiedo talvolta se vuole il cambio mentre segue sempre dietro Marcello. All’improvviso poi Marcello si ferma per un “pit stop” senza preavviso, e dopo pochi metri ci fermiamo tutti evitando di moltiplicare le pause per 3. Segue un tratto di saliscendi durante il quale al 27° chilometro incontriamo purtroppo la squadra Euroatletica che ci precede con Stefano in difficoltà. Ci apprestiamo quindi all’ultimo ristoro prima di passare l’Adda, anche se arriva un po’ all’improvviso intorno al 29° chilometro e come convenuto io e Raffaele facciamo il cambio di indumento che per me vale qualche secondo, mentre Raffaele si cambia e si asciuga con estrema calma. Quando finalmente ripartiamo mi metto alla testa per cercare di sciogliere un poco le gambe, specie la sinistra, che mi si erano imballate durante l’attesa.

L’aria più fresca nell’attraversamento dell’Adda ci coglie con la maglia asciutta mentre notiamo subito che il 30° chilometro sta già mettendo in difficoltà diverse squadre che continuiamo a sopravanzare. Verifico con i miei compagni che l’andatura sia ancora corretta e che non mi sia lasciato prendere dall’euforia dei sorpassi, mentre Raffaele si raccomanda di non prendere troppo di slancio la prima salita di Calolzio. Nel giro di qualche svolta ci siamo e cominciamo a salire, Raffaele, preoccupato che non strappi troppo in salita si ripropone in testa salendo con agilità. Di tanto in tanto Marcello dà l’impressione di perdere qualche metro e quindi mi accerto che non ci siano problemi chiedendogli come sta e, di tutta risposta, si riporta sotto. Nel frattempo Loris ci ha dato le lampade frontali, ne abbiamo una io ed una Raffaele, mentre Marcello ne è sprovvisto. Da lì in poi quindi decidiamo di proseguire mettendo Marcello in mezzo tra le luci.

Durante i tagli sulle scale perdiamo il contatto con Loris sulla moto, percorriamo tutta la via Promessi Sposi fino al ristoro e proseguiamo sempre correndo di buon ritmo. Al ristoro passo via veloce, ma mi devo fermare aspettando gli altri e finché non ci segnalano l’ultimo taglio per le scale, alla fine del quale capiamo di essere già ad Erve. Sale quindi una certa euforia, il cancello è lì vicino quado pensavamo di avere ancora molta salita, procediamo quindi compatti lungo la strada scavata nella roccia dove molte coppie proseguono ormai camminando.

Ultimo cambio di maglia, lascio a Loris la seconda canottiera per mettere la maglia a manica corta, Raffaele decide di proseguire senza ulteriori cambi, Marcello invece non ne aveva programmati.

Siamo al cancello in 3 ore 33, ci attardiamo un poco al ristoro, ma nella mia testa penso che potremmo stringere un po’ i tempi e arrivare in cima come nella migliore delle prospettive. Siamo tra i pochi che continuano a correre lungo la strada nell’attraversamento di Erve e nel successivo sentiero, fatta eccezione per quei brevi tratti dove lo sterrato diventa particolarmente pendente. Marcello prosegue sempre in mezzo tra di noi, ma, nonostante ciò, all’improvviso inciampa e cade. Nulla di grave, anche se un polso è dolorante, dopo poco stiamo di nuovo correndo e raggiungiamo l’agriturismo, il ponte di legno ed il breve tratto di sentiero fino al bivio per il Pra’ di Ratt.

Qui nel breve volgere di qualche metro la nostra gara cambia improvvisamente, Marcello non si sente a suo agio nell’arrampicare, le lunghe leve gli sono d’impaccio anziché di vantaggio. Sicuramente si fa sentire anche la stanchezza e prosegue sempre più in difficoltà. Come spesso accade perdendo lucidità si lascia poi rapidamente spazio al turpiloquio che, per decenza, non posso riproporre. Mentre il nostro bellissimo recupero dopo il 30° chilometro e nella successiva salita veniva via via vanificato dalla lenta ascesa, devo dire che qui è invece uscito il vero spirito di squadra che anima la Monza Resegone: un encomio speciale a Marcello, che, malgrado le difficoltà del momento, non ha mollato ed è giunto fino alla fine, un grande merito anche a Raffaele ed a me che l’uno davanti e l’altro dietro lo abbiamo sorretto, indicato gli appoggi e dove aggrapparsi, sospinto da sotto (mai toccato così tante volte il “culo” di una persona, peccato che la squadra non fosse mista!). Ma c’è di più, era necessario anche amministrare il traffico, lasciare il passo a coloro che salivano più veloci nell’immancabile lunga coda che stavamo creando, intrattenere conversazione con coloro che seguivano cercando di coinvolgere Marcello distraendolo dalla fatica e dalle difficoltà.

Sul finale poi mancano ormai pochi minuti alla soglia delle 5 ore, da dietro ho quindi spronato Marcello a tener duro ed a tirar fuori le ultime energie grazie alle quali abbiamo alla fine chiuso in 4:58:44.

Alla Capanna la festa è poi continuata con il ricongiungersi delle squadre di Euroatletica, nel salutare i tanti amici, nello scambiarsi impressioni colme di entusiasmo ed infine, rimettersi nuovamente in cammino per una lunga discesa e passare quindi dalla notte al nuovo giorno.

 

Marco Mariani

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