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ANDIAMO A RADDRIZZARE......

Mentre gli ultimi atleti stanno ancora transitando in laguna a Venezia in una piccola stanza di un piccolo hotel in centro a Mestre il Prof. Bevazzi.:

“Bene cari Sigg.ri Minini, De Donato, Masatti, Vacca. Ho qui i risultati dei vostri esami terminata la vostra maratona lagunare. Vesciche, Indolenzimenti, Occhiaie, valori zuccherini elevati ecc. ecc.; non ci siamo cari signori maratonisti. Dovete riprendervi, riposarvi, concentrarvi un po' sul gioco degli scacchi, fare più puzzle, ritornare a bere acqua ai pasti e vediamo come va”.

I quattro maratonisti, con la testa china accusano un po' il colpo e mestamente cominciano ad annuire guardandosi in faccia sfacciatamente o meglio palesemente colpevoli; ed infatti dopo circa una settimana……. Li ritroviamo per i sentieri di Paderno:

“cin, cin, cin andiamo a raddrizzare, sul lungarno con l’antinfiammatorio, andiamo a raddrizzare”; si i quattro maratonisti ancora provati dalle parole del Prof. Bevazzi sono iscritti alla Maratona di Pisa. Una settimana dopo anche l’albergo è prenotato.

In perfetta coerenza atletica ma nel pieno spirito maratonismo il riposo dei nostri maratonisti dura esattamente un giorno e mezzo. Sotto con gli allenamenti ed il mantenimento della forma (si fa x dire) in vista dell’ultima fatica dell’anno. Ed infatti tutto procede per il meglio……. Ovvero:

-  Influenza x tutti;

- Dolori muscolari x tutti;

- Allenamenti con alti e bassi x tutti.

Ma al grido “astemio chi molla” si continua nell’avvicinamento alla Torre.

Gli ultimi giorni sono però veramente duri x tutti. Il vecchietto del gruppo – il Sir Minini è costretto a rinunciare… alla gara ma non alla trasferta, il Sir De Donato deve convivere con una infiammazione tendinea con incognita sulla tenuta, il Sir Masatti ancora alle prese con i postumi della sinusite e degli allenamenti altanelanti non sa proprio come andrà, il Sir Vacca deve combattere con forti crampi ed è costretto a bere… acqua all’infinito.

Nonostante tutto questo lo spirito maratonista non abbandona mai il quartetto e carichi come sempre il pomeriggio del 17 dicembre partono. D’altronde in una gara che parte e arriva da una Torre Inclinata è quasi d’obbligo presentarsi in partenza un po' storti e zoppicanti.

I quattro maratonisti arrivano a Pisa in perfetto orario e in un pomeriggio limpidissimo a controbilanciare la nebbia della pianura padana.

Come sempre la prima tappa è all’expo dove però i quattro maratonisti non riescono ad eguagliare il record di permanenza dell’expo di Venezia. Il sir Masatti decide di investire 10 euro per lo “spogliatoio mobile”, sorta di mini tenda singola che trasforma un atleta in uomo “sandwich”.

I quattro maratonisti non sono in forma (atleticamente parlando) come abbiamo visto ma si muovono sempre con il sorriso e contenti di essere tra amici, eppure già all’expo cominciano le prime gufate. Al ritiro della maglia tecnica sono rimaste solo le taglie grandi “tanto x voi è tempo di fermarsi, di ingrassare un po' e quindi vanno bene le taglie XL” questo il commento della ragazza al banco. Dopo averla mandata mentalmente a pescare sull’Arno di notte abbandonano il banco e la ragazza con le magliette tecniche stile tovaglia.

Dopo ben 11 minuti e 10 secondi e dopo aver ritirato la borsa della spesa (il pacco gara è una busta della spesa contenente la maglia tecnica, fascia e una caramella balsamica) i quattro maratonisti lasciano l’expo x l’albergo.

L’Hotel La Pace si trova in zona stazione dove regna veramente la pace: tipi loschi e che parlano in più lingue, tutte incomprensibili, si aggirano per le vie adiacenti l’hotel; adiacente l’hotel si trova un market con ogni tipo di cibo estero, non si sa se commestibile. Decidono di ricoverare il mezzo in un garage coperto per sicurezza.

I quattro maratonisti si palesano alla reception e dopo la consegna dei documenti arriva loro la seconda gufata “ avete il late check out compreso, pensate di farcela per le ore 17”; calcolando che la Maratona parte alle ore 9 o il ragazzo vuole concedergli molto riposo, o ritiene che la faranno tutta camminando, o li sta prendendo tutti x i fondelli.

E così sempre più pessimisti sull’esito della maratona ma accomunati dallo spirito allegro del maratonista doc i Signori Minini e Masatti in una stanza ed i Sigg.ri De Donato/Vacca nell’altra prendono possesso delle camere. Non siamo distanti dalle camere di Mestre ed infatti dopo 15 minuti tutti e quattro si ritrovano alla reception con l’obiettivo della cena “ in camera ci veniamo giusto per dormire”…

Decidono di seguire il consiglio del ragazzo gufo della reception e optano x un ristorante non lontano specializzato in cucina pisana.

Dopo pochi metri, in direzione zona pedonale non poteva mancare l’ulteriore gufata.. “ maratona?” un addetto alla nettezza urbana ferma così i quattro maratonisti “bravi, beati voi”, continua l’addetto, “ l’anno scorso io c’ero, facevo assistenza, ho visto cose…, mi piange ancora il cuore..” i quattro maratonisti cominciano a guardarsi perplessi “ mi piange il cuore, tutti quei poveretti, scalzi, a piedi nudi… non riesco a pensarci senza commuovermi…” i quattro maratonisti sono sempre più perplessi e un po' preoccupati “ ehi ragazzi ma sto parlando di quella lunga, poveretti, a piedi nudi.. non fatemi ricordare”. Con questa immagine l’uomo li saluta augurando loro buona gara. “Ma cosa ha visto” si domandano i nostri maratonisti, “la maratona o l’apocalisse? Meglio andare in fretta al ristorante e dimenticare l’incontro.

La via pedonale è piena di gente anche se si respira un’aria un po' decadente, la strada è disseminata da tanti suonatori singoli che, ognuno a ritmo proprio, suona uno strumento diverso. La scelta del ristorante si rivela però azzeccata. La cena è ottima ed il vino pure: un vermentino doc. per avere conferma che fosse davvero doc, si rende necessario una seconda bottiglia, x non sbagliare insomma.

Dopo aver visto insieme la solita vittoria juventina tutti a nanna e sogni d’oro. Mica tanto. Nella notte imperversano le immagini dei corridori scalzi, dell’uomo in tuta arancione disperato con il cuore infranto…. E così arriva la sveglia.

Fortunatamente la colazione si rivela ottima e fornitissima. Il Sir De Donato approfitta x testare la temperatura, mette fuori la testa dalla porta dell’hotel dove si palesa sulla destra un uomo con cappuccio e tuta appoggiato alla parete che piange in una strana lingua, al suo fianco una ragazza con i contorni ed età indefinibili cantando con una bottiglia in mano; sono le 6.30 del mattino. Il Sir De Donato decide di rientrare in fretta in hotel.

Ore 7.15 i tre maratonisti gareggianti + il maratonista turista sono pronti. Il percorso fino alla partenza non è lungo ma la temperatura rigida si fa sentire, si preannuncia però una giornata di sole e senza nuvole. Regna comunque il buon umore anche se ognuno di loro sta pensando a come sarà la gara, se andrà tutto bene visto il momento di forma. Anche il Sir Minini dispiaciuto sicuramente per essere costretto al forfait vuole condividere tutto con gli altri tre maratonisti e ben volentieri li accompagna alla partenza per poi attenderli x ben 42 km.

La location non è male. Si è al cospetto della Torre “ma è proprio storta” il commento dei quattro e scatta la foto. Si cambiano ai piedi della basilica (ci domandiamo come devono sentirsi le suore presenti alla visione di tanti corpi mezzi nudi…); incrociano il Sir Mariani altro Euroatleta e la Sig.ra Viccari ex Euroatleta. è tempo di partire e bardati da sacchetti dell’immondizia i tre claudicanti maratonisti entrano in griglia. Sono tutti in fondo ma l’obiettivo per tutti è quella di divertirsi ed arrivare in fondo. Si parte, i tre si salutano e si augurano con un abbraccio una buona gara. “Cin Cin, andiamo a raddrizzare”.

Ed è così che inizia la mia gara, un po' dalle retrovie, un po' a rilento, con la paura di non farcela per il problema al tendine. I primi km li corro per testare la coscia e recuperare poco a poco qualche posizione. Il dolore al tendine arriva presto però, è sopportabile ma dopo tanti km?, e se corro condizionato non può arrivare una contrattura? Con questi dubbi usciamo nel frattempo da Pisa per andare verso Tirrenia. La gamba duole sempre ma riesco a correre; al ritmo di 4'25, 4’30 recupero sui palloncini delle 3h. 30. Al bivio della mezza sono quasi tentato di tornare indietro ma chiudo gli occhi e vado per la maratona ripensando alle risate della sera prima a tavola e per non darla vinta alle gufate. Sono regolare, il dolore c’è sempre ma lo sopporto. Il percorso mi piace, piatto ed a ridosso di boschi e pinete. Raggiungo intorno al 17° km la Daniela Viccari e la supero. Davanti a me vedo il Sir. Mariani e poco più avanti i palloncini delle 3h. 15. Non forzo però ancora un po' timoroso ma resto sul ritmo di 4’25/4’30. Alla mezza raggiungo e supero Sir Mariani, “vieni con me” ma non mi segue e continuo con il mio ritmo. Il dolore sembra attenuarsi oppure il muscolo caldo nasconde il fastidio. Sulla via del ritorno in prossimità di Marina di Pisa corriamo con a fianco il mare, con un cielo luminoso e blu è tutto molto bello. Intorno al 26° raggiungo i palloncini delle 3h 15. Li supero e continuo con il mio ritmo un po' più veloce del 4’30 a km. Comincio a ritrovare fiducia e speranza di arrivare fino in fondo e anche meglio rispetto alle previsioni. le gambe girano bene ed il dolore è sotto controllo. dopo il 37° km rompo un pò gli indugi ed aumento leggermente. Le gambe mi seguono ed entro a Pisa. Scendo a 4’20 al km e gli ultimi 2 km accellero ancora. Aver corso un po' con il freno tirato mi ha conservato probabilmente un po' di forze e chiudo in spinta. Dopo l’ultima curva vedo in fondo il Sir Minini. Grande gioia vederlo, sono quasi tentato di togliermi le scarpe e farlo impietosire ma non vedo addetti alle pulizie e rimango con le scarpe; posso capirlo il Roby, non è facile dare forfait e vedere gli altri correre ma il suo incitamento è sincero e da vero maratonista. Taglio il traguardo appena sopra le 3.h 10. Sono contentissimo visto come sono partito. Mi godo il dopo gara aspettando sotto un bellissimo sole gli arrivi, le tante facce, le urla di gioia, di sofferenza, tante persone diverse, tante storie. Che bella cosa la corsa. Non riesco però a veder arrivare Sir Masatti e Sir Vacca e mi reco verso il deposito borse. Incrocio Stefano, contentissimo e ci abbracciamo. Aspettiamo Silvio. Arriva anche lui, è un po' arrabbiato e distrutto dai crampi degli ultimi km. Aspettiamo un po' prima di abbracciarlo, si rischia un pugno…. Arriva anche il nostro accompagnatore Roberto. A questo punto ci abbracciamo tutti insieme, storti, stanchi, sciancati ma contenti di aver vissuto un altro grande w.e. insieme.. “ cin, cin torniamo a raddrizzare….

Buone corse a tutti.

Michele De Donato

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