19 Giugno 2016
Trail Oasi Zegna
Giornata di sole finalmente! Domenica ho corso il Trail Oasi Zegna in una cornice fantastica, di luce, di sole e tanto tanto panorama a 360°.
Le gare in programma sono tre: la 57km con 3600m di dislivello positivo, che alla fine per una piccola deviazione i km diventeranno 59; la 29km con 1400m D+ e la 16km con 750m D+, adatta agli amanti del Nordic Walking. Il percorso è ad anello con partenza/arrivo al Centro Zegna di Trivero (Biella), si snoda nell’Alta Valsessera e sulla dorsale al confine con la Valle Cervo, circondata dalla vista del massiccio del Monte Rosa, del Monviso e soprattutto uno sguardo nitido sulla Pianura Padana.
Arrivo a Trivero solo pochi minuti prima della partenza della “lunga”, fissata per le ore 6:30, per ritirare il pettorale e far controllare lo zaino: ho faticato e perso molto tempo per scovare questo minuscolo paese sperduto tra le montagne. Siamo in 115 atleti sotto il gonfiabile pronti al via che viene dato regolarmente alle 6:30. Un po’ trafelato per essere giunto in ritardo, mi ritrovo nelle ultime posizioni, aiutato dal tracciato leggermente in discesa, raggiungo gli altri con poca fatica. Le previsioni meteo di oggi sono confortanti, sole per quasi tutta la giornata, possibilità di qualche temporale tra le ore 16-18. Dagli 800m di Trivero si sale rapidamente in quota a 1200m, i primi 12km sono un continuo saliscendi e attraversamenti di guadi: la zona è ricchissima di acqua. Ad ogni guado si “balla” si saltella su i sassi sporgenti dall’acqua dall’uno all’altro evitando di bagnarsi i piedi. Al 12° km attraverso la Conca dei Rododendri, peccato che sono poco fioriti, breve sosta al 1°ristoro poi in salita verso il Monte Marca, Monte Monticchio fino ad arrivare alla Cima del Bonom, q.1878m, un susseguirsi di cime come sulle montagne russe. La cima del Bonom è una delle più alte della giornata, segue una ripida discesa fino a raggiungere i 1350m di quota, 2°ristoro, 27°km, e si risale verso la cima più alta, la Colma del Balmello, q.1950m. Da qui la vista è mozzafiato, spazia sul mondo a 360°. Altra discesa ripida e lunga di circa 7km fino a raggiungere quota 1025m del rifugio alpino Piana del Ponte. La discesa fortunatamente non è molto difficile ma dopo quei km i quadricipiti sono in fiamme. Il ristoro al rifugio è ricco di cibo e di bevande, faccio il pieno di energia e mentre m’appresto a ripartire mi accorgo che un giovane atleta, seduto ad un tavolino in disparte, sta confabulando con il responsabile del ristoro per il ritiro dalla gara. Istintivamente gli chiedo se il ritiro è dovuto a problemi muscolari o articolari, risponde “Niente di tutto questo! Sono privo di energie, un sacco vuoto”. “ Non arrenderti! “ rispondo “ riposati 10/15 minuti cercando di alimentarti e idratarti senza esagerare, lasciati attraversare da questa crisi senza perdere la testa e vedrai che mi raggiungerai”. Riprendo a correre, brevi saliscendi, poi inizia una salita tosta verso Monte Rubello, q.1405m, in questo frangente, circa un’ora dopo aver lasciato il ristoro vengo raggiunto dal ragazzo, avrà meno della metà dei miei anni, che era in procinto di ritirarsi. Mi saluta calorosamente e insieme proseguiamo per qualche km, siamo al 45°km, poi col suo passo veloce se ne va. Dal Santuario di San Bernardo, q.1410m, inizia l’ultima discesa, nel primo tratto si perde quota rapidamente fino a raggiungere un sentiero pianeggiante, almeno per un paio di km, immerso in un faggeto attorno al Monte Tirlo. Nel secondo, alcuni saliscendi fino ad arrivare a 2 km dall’arrivo e la sorpresa di lampi e tuoni che mi riportano a ricordare le previsione meteo di possibili temporali nel pomeriggio. In questo ultimo tratto del percorso ritrovo il “ ragazzo del ristoro” che cammina, ha nuovamente finito il carburante, non reagisce neanche quando lo sollecito “Non mollare! E’ veramente finita”. Sono in paese, tratto di salita sull’asfalto, breve scalinata, questa proprio mancava, ed arrivo al Centro Zegna. Chiudo il viaggio in 10h e 38min.- 61°assoluto. Dopo pochi minuti arriva il ”ragazzo del ristoro” raggiante, conclude la sua prima esperienza di corsa ”lunga”.
Trail molto panoramico e molto duro i 3600m di dislivello positivo si sono sentiti tutti. Scorci, come la Conca dei Rododendri, il passaggio sul ponte molto mobile del torrente Sessera, resteranno impressi nella mente in modo indelebile.
Luciano Bottarelli