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Domenica a Loano in Liguria ho corso la “lunga” della Maremontana Trail di km 46 con 2600 m +D. Percorso ad anello con partenza ed arrivo a Loano, dal lungomare al palasport.

Arrivo a Loano alle 6,20 circa, trovo il parcheggio auto molto vicino all’arrivo della corsa (cosa buona per le gambe che dopo gara fanno resistenza a muoversi) e poi cerco di recuperare il pettorale. Alla postazione del controllo del materiale una fila incredibile, il controllo viene eseguito in modo meticoloso e dettagliato. “Accidenti ! Sarà giustissimo fare un controllo così però questi mi limitano la possibilità di una bella passeggiata sul lungomare”. L’inizio della giornata è splendida, non una nuvola a dispetto delle funeste previsioni meteo. Riesco a liberarmi dalle formalità e godermi, con indossato la giacca a vento, la passeggiata sul lungomare con un buon caffè.

Oltre duecento sono gli Spiriti Liberi, scalpitanti, presenti per la “lunga” pronti al via. Nella postazione dopo la spunta pettorale, guardando bene questi atleti mi viene da sorridere, con pettorale, zaini di ogni grandezza e tanti bastoncini sembrano “truppe cammellate” pronte per essere lanciate in battaglia. La partenza è fissata per le 7,30 ma per la commemorazione a ricordo del povero Paolo Ponzo (scomparso nell’edizione 2013) prima, poi per il briefing, che ci ha raccontato di un percorso difficile e tecnico con una massiccia perturbazione meteo in arrivo, con pioggia intensa e vento forte dalle 14 in poi, il via viene dato con più di 15 minuti di ritardo. I primi 500 metri del percorso sono sulla sabbia e poi altri 3 km si corrono tra le vie del paese con quattro volontari in bicicletta davanti che tengono compatto il gruppo accompagnandolo al sentiero. I top davanti mordono il freno e i Tap… di dietro che arrancano, come sempre, per stare in gruppo. La prima salita è spettacolare, in fila indiana la “truppa cammellata” sale sbuffando, il panorama è fantastico, siamo sopra a Loano e Borghetto, il cielo è terso, sole caldo e sotto mare calmo. Passano le ore, il percorso, come ci raccontavano gli organizzatori all’inizio, è tosto, molti sono i saliscendi. Ora quello che preoccupa è il rombo dei tuoni che s’avvicina sempre di più. Sul sentiero ad ogni cambio  direzione do continuamente un’occhiata alle nuvole: le vedo sempre più nere. Il vento è forte e pungente, mi fermo al riparo di una baita abbandonata per indossare la giacca a vento e senza por tempo di mezzo a buon passo raggiungo un gruppetto di atleti più avanti (sono al 30° km e sono le 12,15). Da questo momento il meteo è indiavolato ci sferza violentemente con grandine e col vento impetuoso ci scuote come bandierine. Raggiunto l’ultimo rifugio-ristoro al 35°km mi riscaldo il tempo necessario per sostituire i guanti con quelli impermeabili e risolvo a procedere nella tormenta. Ora a scendere è neve e acqua in abbondanza, il freddo si fa sentire. I sentieri sono trasformati, sono scivolosi e in discesa non sembrano più tali, sono ruscelli. In salita o in discesa l’acqua che scorre sul sentiero copre continuamente i piedi. Non si può rallentare! Bisogna forzare per riscaldarsi senza rischiare troppo. E’ impensabile, per chi conosce poco la montagna, quanto la natura nel volgere di alcune ore possa diventare così avversa e ostile. Sogno un posto caldo! Non ho mai desiderato tanto l’arrivo come questa volta. I volontari lungo il percorso a rincuorarci con la loro presenza. Passa altro tempo e tra una scivolata e qualche contatto, non voluto, molto ravvicinato con madre terra arrivo all’asfalto, qua metto le ali ai piedi e raggiungo l’arrivo poco dopo le ore 16 dopo 8 ore e 24 minuti dalla partenza.

All’arrivo scopro che la gara è stata fermata all’ultimo ristoro a 10 km dal termine. Concordo in pieno la decisione presa, è stato risparmiato maggiori sofferenze e il rischio potenziale di perdere la vita.

In gare di questo tipo che impegnano l’atleta per diverse ore con fatica e con possibilità di contatti con eventi climatici terribili non va assolutamente sottovalutato nulla sia nell’abbigliamento sia come preparazione fisica,

Sulla maglietta del pacco gara, oltre la denominazione del Trail, c’è scritto: “ Dalla sabbia alla neve”. Credo che dopo due anni consecutivi proibitivi porti davvero sf….

Luciano Bottarelli 

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