MARATONA DEL GUGLIELMO
La Maratona del Guglielmo, corsa domenica 9 giugno, non è proprio una maratona classica di 42,195km ma una 30km di corsa in montagna, dura, affascinante e faticosissima che porta con i suoi sinuosi sentieri fino al Rifugio Almici (q.1865m) ai piedi del Santuario dedicato al Cristo Redentore del Monte Guglielmo: la “Montagna dei Bresciani”. La Maratona del Guglielmo, chiamata anche “Proai Golem”, ha un tracciato lineare con partenza da Provaglio d’Iseo (q.220m) e arrivo al Rifugio Almici (q.1865m) sul Guglielmo, con un dislivello positivo di 2191m. e quello negativo di 550m., molto panoramica, con vista, dopo qualche km dalla partenza, del Lago d’Iseo nella sua completezza.
La partenza della gara è fissata per le ore 7:00 e gli atleti iscritti a questa prova sono circa 620. Molti sono gli atleti con la stessa casacca, diverse società atletiche della zona hanno fatto il pieno con i loro iscritti, in palio hanno la classifica individuale di società.
Le previsioni meteorologiche sono buone in generale, con possibilità, in percentuale bassissima, di precipitazioni in quota e vento.
In attesa del via inizio il riscaldamento muscolare, visto che dall’altimetria a pochi km dalla partenza inizia una ripida salita, e anche per stemperare la tensione della pregara. Il via viene dato al preciso orario, il folto gruppo di atleti parte a razzo, come fosse una 10000m.,e in un batter d’occhio mi ritrovo come al solito nelle retrovie. Posso riscaldarmi muscolarmente quanto voglio, prima, ma se non supero i primi 10/15km non c’è verso di cambiare ritmo in corsa. Superati i primi 2km per le strade di Provaglio si sale, in poco più di 2,5km si arriva al Monte Cognolo (q.673m.), una ripida salita che lascia senza fiato e qualche segno alle muscolature delle gambe per chi abbia osato un fuori giri. Dal Monte Cognolo una bella discesa corribile e poi un lungo traverso di una decina di km con saliscendi continui fino a Dazze (q.700m.) Lungo questo traverso i boschi di castagno si alternano ai prati con la visione mozzafiato del Lago d’Iseo e il suo corollario di montagne a protezione. Una sequenza di visione che distrae e fa guadagnare quota senza sforzo, con questi pensieri i km si sciolgono senza peso, si scioglie anche tutta la tensione d’inizio corsa. Breve sosta al ristoro, uno dei numerosi presenti, e senza por tempo di mezzo salgo verso la Forcella di Sale (q.1108- km 21) uno dei tratti più duri del percorso, un sentiero che non molla mai, rampa implacabile, con salite che finiscono su altre salite. In questo tratto, purtroppo, diversi atleti sono vittime di crampi. Dalla Forcella alla Croce di Marone (km 23,7) si respira per un paio di km su un falsopiano per poi affrontare l’erta finale, gli ultimi 6 km con ancora 700m. di dislivello. Dalla Croce di Marone si è fuori dal bosco e da ogni forma di alta vegetazione, davanti il sentiero tortuoso è ripido e ben visibile. I 200m. di dislivello per raggiugere la 1° Malga sono ancora tollerabili. Dalla Malga s’intravvede benissimo il Rifugio Almici dov’è posto l’arrivo, tra le nuvole minacciose. Manca poco più di 2 km al Rifugio con ancora un dislivello pazzesco di 500m.. L’ultimo tratto in cemento è davvero in piedi, lo striscione dell’arrivo è lì sopra, vicino, la fatica non sembra più gestibile, con tutta l’energia rimasta spingo con le mani i quadricipiti che sembrano esplodere. Concludo l’avventura in 4h e 30 minuti -368° assoluto su 535 atleti arrivati – 2° di categoria.
Devastante è stato scendere dal Rifugio Almici a Zone (q.700m.),per raggiungere i mezzi per il rientro a Provaglio, troppa discesa e troppi i km (8) per arrivare alla meta.
Tutto bello e fantastico fino al traguardo del Rifugio Almici ma poi….la discesa, che tristezza.
Luciano Bottarelli