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Strafexpedition

Domenica 4 settembre ho corso sui sentieri della storia, la Strafexpedition, la ”spedizione punitiva” che vide l’esercito austro-ungarico sferrare un violento attacco agli altipiani vicentini nel tentativo di sfondare le nostre linee e irrompere verso la pianura: 100 anni fa la guerra, oggi si corre per la pace.

Due sono i tracciati preparati dagli organizzatori: integrale di km50 e 2450m D+, a cui partecipo, e uno corto di km 30 e 1330m D+. Partenza e arrivo dei due tracciati centro di Asiago in piazza Risorgimento, rispetto lo scorso anno si corre in senso antiorario.

Alle ore 6:30 sono in zona partenza, è ancora buio, c’è silenzio, non fa freddo, alla spicciolata arrivano altri concorrenti: due di quelli che arrivano sono Spiriti Liberi che conosco da anni, insieme abbiamo corso lunghissimi trail, ci salutiamo calorosamente. Il via verrà dato alle ore 7:00, vicino alla linea della partenza la truppa cammellata è composta da 230 Spiriti Liberi per la “lunga” e 170 atleti per la gara corta di 30km. Ultimo controllo dell’attrezzatura, un ripasso veloce all’altimetria per memorizzarla  meglio e a qualche minuto dal via un alpino munito di tromba suona il Silenzio, un attimo e si spegne il vocio, rimane solo il rumore del silenzio, sono momenti emozionanti. Pochi secondi ancora, lo sparo e via, inizia il viaggio…. Sic itur ad astra (così si sale alle stelle -Virgilio-Eneide). Poche centinaia di metri tra le vie del paese e il folto gruppo si assottiglia rapidamente diventando uno serpentone che s’infila sulla prima rampa del sentiero che porta al Monte Katz, al Monte Zebio per raggiungere Malga Zingarella, 1° ristoro al km 9° a quota 1700m. Dal ristoro Zingarella gli scalmanati della 30km deviano sulla sinistra, finalmente, meno gente che stressa col cronometro in mano e che vuole passare anche tra le gambe se non fosse possibile in altro modo. Si sale, si sale a trazione ridotta, si supera Monte Forno per raggiungere Piazzale Lozze, 20°km 2° ristoro a quota 1900m. Piazzale Lozze è un punto di partenza di tante comitive che visitano i luoghi della grande battaglia e in particolare i numerosi resti di trincee. Il meteo previsto per la giornata è considerato buono e non eccessivamente caldo: col passare delle ore tutto sembra in linea per confermare il previsto. Fatto il pieno di liquidi al ristoro riparto per il Monte Ortigara, da qui inizia la parte più dura ed emozionante del tracciato, si corre tra e sopra le trincee, supero un tratto molto buio con l’aiuto della luce frontale. Uno strappo ancora, molto ripido, e sono sul pianoro del Monte Ortigara , quota 2105m. Mi rilasso qualche secondo e guardo in giro per 360° questo pianoro che assomiglia molto ad una forma di gruviera piena di crateri di tante dimensioni, un triste ricordo della furiosa battaglia avvenuta qui 100 anni fa. Il pensiero inevitabilmente corre, immagina le sofferenze di tanti giovani , da una parte e dall’altra barricata, che si sono combattuti fino all’estremo sacrificio senza sapere esattamente per chi e per che cosa dovevano farlo: spesso considerati solo carne da macello per i poco arditi burattinai. Col groppo in gola mi allontano nel silenzio. Pochi gli atleti vicini a me la distanza sia davanti che dietro si dilata sempre più, ognuno cerca di mantenere la propria andatura senza rischiare un fuori giri. Una corta discesa di un centinaio di metri e subito all’attacco della Cima Dodici (quota 2330m, punto più alto del percorso), Monte Trentin, Cima Portule, tutti nomi di montagne che hanno segnato la storia. Nonostante il pieno d’acqua fatto al 2° ristoro sono agli sgoccioli, qualcosa non funziona nei ristori , ho superato più di 17 km dall’ultimo rifornimento senza vedere un punto d’acqua, poi, finalmente, noto due atleti fermi, ad un abbeveratoio per animali, a recuperare un filo d’acqua che sgorga da una canna. Potabile si o no quando si brucia dalla sete niente può fermare o ragionare. Due km dopo un ristoro vero, come me anche altri ci siamo lamentati del problema acqua: non è possibile superare 17/18 km di montagna, con nel mezzo ascese a 4 cime sopra i 2000m senza la possibilità di rifornirsi in modo adeguato di liquidi. Superato il problema sete riprendo di buona lena, supero agevolmente gli ultimi saliscendi, dalla frazione di S.Domenico scorgo Asiago che è lì appena sotto, ad un tiro di schioppo, giù a capofitto senza indugiare un attimo, da dietro un trailer cerca di rimontare la mia posizione ma sarà per lui un’iniziativa vana, gli ultimi 700/800m una volata pazzesca. Chiudo il viaggio in 8h e 55 minuti- 139° assoluto.

La Strafexpedition è un grande viaggio nella storia è una delle gare più emozionanti e belle che abbia corso, è il 3° anno consecutivo che percorro questi sentieri e spero proprio di avere la possibilità di farlo ancora.

Il lato negativo, abbastanza rilevante, è stato la superficialità nel collocare nei punti giusti i ristori o punto acqua. Problema mai rilevato nelle precedenti edizioni.

 

Luciano Bottarelli

 

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