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Europacer alla dj anno terzo

VENTISEIMILA. E’ un numero impressionante da scrivere, figuriamoci vederlo in carne e ossa vestito di giallo fluo nella citta’ che ami, in una splendida giornata di sole. Credo di essere arrivato alla mia sesta edizione, la terza consecutiva da pacer, e in questi anni tanto e’ cambiato. La crescita di quella che era una gara e ora e’ un evento e’ stata impressionante, al punto da suscitare inevitabili invidie e polemiche. Nei giorni scorsi sui social e’ stato tutto un chiacchiericcio di regolamenti , haters del nazionalpopolarismo, costi troppo alti  e attacchi personali a Linus che questa corsa l’ha inventata. Tutte le opinioni sono rispettabili ma se porti in piazza 26000 persone che di tasca propria pagano per divertirsi hai vinto, senza se e senza ma. In questo paese si tende a cercare di sotterrare chi ha successo senza invece cercare di impararne i metodi e carpirne i segreti per cercare di migliorarsi . Si continua a piangersi addosso con la logica del“ si stava meglio quando si stava peggio”. Se chi governa i piani alti del nostro sport cosi’ come del paese guardasse un po’ di piu’ a quello che vuole la gente forse otterremmo risultati sportivi e sociali differenti, ma questo e’ un lungo discorso.

Io sono un amatore e nella corsa cerco emozione, la dj di ieri me ne ha data tanta e questa e’ l’unica cosa che conta. Per l’ennesima volta grazie a Ricky l’ho vissuta da pacer e come sempre e’ stata un’esperienza particolare. Un po’ e’ sicuramente altruismo, mettermi al servizio degli altri mi e’ sempre piaciuto, ma e’ innegabile che ci sia anche un po’ di sadico gusto nel vedere gli altri arrancare per cercare di raggiungere cio’ che tu hai raggiunto grazie al sacrificio e alla costanza. Quando ho iniziato a correre i pacer erano il mio riferimento, riuscire a farlo oggi e’ sicuramente gratificante. Poco importa che questa sia una delle poche occasioni in cui posso permettermelo, in gare’ piu’ competitive me ne guarderei bene.

Sabato la consueta convocazione per le consegne alla quale vado con tutta la famiglia. E’ gia’ festa e incontro numerosi euroatleti, presidente compreso, che non figuravano fra gli iscritti solo perche’ correranno la five con bimbi al seguito. La Nike ha messo in campo un proprio servizio pacer iperorganizzato e quindi noi partiremo nella terza wave al servizio dei dipendenti / clienti del nostro sponsor. 5 minuti al km il passo, in 50 minuti all’arrivo sara’ il mantra che ci accompagnera’ per tutta la gara. Antonio , euroatleta che conosco di vista, Marco con il quale mi alleno tutte le mattine e Debora, blogger  di VADO DI CORSA , che prima ho letto e poi conosciuto nell’ultimo anno di gare saranno la squadra.

Domenica ore 8:45 siamo al village, e’ una splendida giornata e la festa ha gia’ avuto inizio. Forse e’ solo una sensazione mia ma e’ come se alla fine la corsa fosse solo un contorno. Il piatto forte e’ la musica, il palco, le facce sorridenti. Come da accordi con i ragazzi di Dompe’ dei quali saremmo le lepri, ci avviciniamo alla partenza del Duomo dove arriviamo con discreto anticipo. Non c’e’ tensione, dobbiamo solo correre e cercare di portare quanta piu’ gente possibile all’arrivo. Le 10:30 e si parte, corso Vittorio Emanuele e’ un fiume giallo e gia’ in San Babila i ragazzi dietro di noi non ci sono piu’, ma era nelle previsioni e quindi ora siamo al servizio della corsa. Le paure di rimanere imbottigliati non erano fondate, segno che le wave hanno funzionato,  e infatti chiudiamo il primo km a 4:59. Cominciamo a cercare di fare gruppo, qualcuno si accoda e in un attimo siamo in Montenapoleone. Avviso due ragazze partite con la wave precedente che stanno camminando lentamente di spostarsi a destra perche’ potrebbe essere pericoloso. Evidentemente il tono deve essere risultato arrogante perche’ vengo prontamente insultato. Avrei voglia di fermarmi e rispondere per le rime ma Debora mi richiama con un’occhiataccia. Ha ragione lei, e’ la festa di tutti, di chi cammina come di chi tenta il personale e non spetta a me dire come viverla…. Mi auguro solo che non si facciano male. I km scorrono nel centro storico  e in un attimo siamo a lato del castello, dove fra poco arrivera’ la five. Le facce cominciano a essere stanche, qualcuno ci chiede dove sara’ il ristoro che ci appare davanti al quinto km. Noi siamo un po’ in anticipo quindi dopo la discesa di XX settembre recuperiamo un paio di bottigliette a testa per darle a chi dovesse averne bisogno piu’ avanti. Siamo costantemente sotto i 5 ma non riusciamo a rallentare, arriveremo di certo in anticipo. Per chi provava i 50 minuti sara’ un personale memorabile, per quelli che saranno defunti devo le mie personalissime scuse ai parenti. All’ottavo superiamo i pacer Nike della wave precedente a 6:30 e subito dopo , in via Massena origine di tutto, superiamo Diego Passoni con la sua schiera di amici. Si curva a destra ed e’ il Sempione, il tono dei nostri incitamenti sale, la fine e’ vicina.

Melzi d’eril e le facce cominciano a essere piu’ sollevate. Ormai siamo mischiati con la coda della seconda wave ma adesso l’importante e’ arrivare con il sorriso. A 500 mt spingiamo una coppia di fidanzati a dare tutto adesso e loro raccolgono sfrecciando mano nella mano. Tagliamo il traguardo schierati a braccia alzate con la consapevolezza di aver vissuto una bella esperienza e con la speranza di essere stati di aiuto a qualcuno.

Sara’ anche una festa commerciale e nazionalpopolare, ma io mi auguro che il prossimo anno siano trentamila e mi prenoto gia’ per avere un palloncino sopra la testa!

Stefano Masatti

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